L’industria agro-alimentare è rappresentata dall’insieme delle industrie di trasformazione in alimenti e bevande di prodotti agricoli, degli allevamenti e della pesca. Il termine agro-alimentare indica appunto la stretta correlazione ed il rapporto funzionale esistente tra il settore primario (agricolo) e quello di natura più propriamente industriale, l’alimentare. Tale rapporto si sviluppa secondo una direzione biunivoca per cui l’agricoltura condiziona il settore a valle e, viceversa, il settore alimentare a sua volta influisce pesantemente sul settore a monte. Un tempo la componente agricola prevaleva e condizionava l’industria alimentare. Oggi, invece, molteplici fattori consentono all’agricoltura di adattarsi alle esigenze dell’industria di trasformazione, ed ancora più a monte, ai gusti e alle richieste dei consumatori finali. Differenti cause hanno contribuito a questa trasformazione: la riduzione dei costi di trasporto, che ha consentito la delocalizzazione di molte industrie ed una maggior internazionalizzazione del mercato, i nuovi orientamenti dei consumatori verso le colture biologiche,da una parte, e il fast food dall’altra, nonché l’affermarsi di nuovi circuiti distributivi, in particolare quelli riguardanti la grande industria.L’integrazione dell’agricoltura e dell’allevamento con l’industria alimentare ha costituito un fattore chiave per il settore agro-industriale. La volontà di innovare, unita alla consapevolezza di quanto fosse necessario mantenere anche gli aspetti socio-culturali, la tradizione e la valorizzazione delle produzioni tipiche, hanno portato l’Italia in una posizione di leadership a livello nazionale e internazionale in campo agroalimentare. Le prospettive di crescita del sistema dipendono da un continuo processo di aggiustamento nell’allocazione dei fattori produttivi e delle produzioni ai fini del mantenimento di adeguati livelli di competitività. Fondamentale in tali osservazioni sta diventando il concetto di filiera, una sorta di percorso “dal campo alla tavola” del prodotto alimentare: dalla produzione della materia prima, passando per la prima commercializzazione e la trasformazione, fino alla distribuzione all’ingrosso e al dettaglio. Per filiera generalmente si intende un’articolazione di attività economiche integrate; si tratta in sostanza di attività sequenzialmente logiche, ognuna delle quali preordinata alla successiva, ma al tempo stesso autoregolata.Per l’analisi di un contesto competitivo avente implicazioni in ambito agricolo, industriale e commerciale, l’approccio di studio della filiera presenta indubbi vantaggi in termini di opportunità interpretative dei fenomeni e della relazione degli operatori: è un itinerario che consente di tenere in considerazione gli effetti delle interconnessioni tra attività produttive, fasi di trasformazione e modalità di collegamento con i mercati di consumo. L’approccio di filiera può essere utilmente integrato con lo studio dei canali di distribuzione, definiti dagli attori economici che intervengono dal momento della “produzione” fino al consumatore finale.Lo studio dei canali accanto allo studio di filiera diverrà strumento, nonché uno degli obiettivi della ricerca, per un’analisi delle relazioni tra attori economici e organizzazioni aziendali per evidenziare le problematiche e le opportunità logistiche del settore agro-alimentare. Inoltre l’analisi metterà in evidenza come la crescente complessità della gestione dei flussi fisici e informativi, da un lato, renda la logistica uno strumento di vantaggio competitivo e, dall’altro, incentivi gli attori coinvolti ad una crescente collaborazione.
L’attenzione della ricerca sarà posta su alcune delle più rilevanti filiere agro-alimentari:
- la filiera ortofrutticola; la filiera vitivinicola; la filiera delle grandi colture; la filiera lattiero-casearia; la filiera delle produzioni zootecniche da carne.
Dalla semplice filiera si sposterà, quindi, l’attenzione alla cosiddetta filiera logistica, ossia quell’insieme di attività che fanno parte dei processi di progettazione, produzione e distribuzione di un bene o di un servizio fino al cliente finale.Un’efficace ed efficiente gestione della logistica può essere fattore di vantaggio competitivo crescente per ogni impresa.All’ìnterno di un processo logistico si possono evidenziare tutte quelle tecniche e funzioni organizzative che riescono a portare un prodotto al consumatore finale nei modi, nei tempi e ai costi desiderati. Facendo riferimento ai prodotti agro-alimentari, l’insieme delle attività che vengono svolte dai diversi soggetti (produttore, distributore, fornitore di servizi e consumatore) possono essere ricondotte a sette principali raggruppamenti:
- Gestione dell’ordine (raccolta, elaborazione, trasmissione, evasione dell’ordine e fatturazione); Gestione e controllo delle scorte (determinazione dei tempi e delle quantità di approvigionamento, carico e scarico degli inventari, codifica delle referenze e degli imballaggi; Magazzinaggio (conservazione della merce, controllo qualitativo e quantitativo degli ordini predisposti per la spedizione); Movimentazione della merce (attività connesse allo spostamento interno dei prodotti dalla ricezione alla spedizione); Imballaggio (pallettizzazione);Trasporto (spostamento della merce dal punto di origine a quello di destinazione); Gestione dei resi e smaltimento degli scarti e dei rifiuti
La mancanza di coordinamento nell’esecuzione di queste attività può comportare diverse inefficienze: accumulo di scorte eccessive, allungamento dei lead time, rifornimenti non tempestivi, aumento dei costi e inadeguato servizio al cliente.Nel settore alimentare si possono ritrovare, a grandi linee, tre distinti periodi dell’evoluzione del ruolo e delle prestrazioni dei servizi logistici. Il primo corrisponde alla logistica intesa come facente parte integrante del sistema di produzione. In un secondo periodo, le imprese, nel rispetto del principio della riduzione dei costi, cominciano a sviluppare strategie di outsourcing, esternalizzando cioè i servizi che riguardano l’attività di distribuzione. Più recentemente, le imprese, sempre alla ricerca di un miglior posizionamento concorrenziale, consegnano alla logistica un nuovo ruolo strategico, all’interno di strategie di tipo cooperativo. E’ in questa ottica che devono essere valutati gli sforzi di coordinamento e di scambio reciproco di informazioni che cercano di avvicinare lo stadio della produzione con quello della vendita per soddisfare i bisogni di clienti sempre più esigenti. Un consolidamento dei rapporti contrattuali e non di fornitura, che siano stabili nel tempo, capaci di far rispettare le sempre più vincolanti esigenze commerciali e logistiche, sono imprescindibili da un rapporto che dovrà diventare di sostanziale partenariato; ciò sarà possibile soprattutto in presenza di filiere corte, anche se ciò non significa necessariamente un canale di commercializzazione altrettanto corto. La possibilità di dare valore al proprio prodotto dipende molto spesso dalla valutazione dell’efficienza di un canale di distribuzione e del modo di misurarne le performance.In ultima istanza si crede che lo stadio finale per garantire l’obiettivo del servizio promesso (ordine perfetto) possa essere solamente una gestione del processo di Supply Chain Management che possa garantire come primario obiettivo l’integrazione e la gestione degli approvigionamenti, il flusso ed il controllo dei materiali e delle informazioni in una
prospettiva sistemica globale nella quale lo stadio ultimo è garantire valore per il cliente; quest’ultimo sintetizzato nell’avere il prodotto giusto, nella giusta quantità al momento giusto.In vista delle prossime sfide poste dalla globalizzazione dei mercati e dall’allargamento dell’UE a est, il mantenimento della competitività delle aziende italiane dovrà necessariamente seguire dei processi migliorativi in ambito logistico per poter garantire tassi di crescita buoni come nel passato.