Tra consuetudine e cambiamento nei processi decisionali aziendali

Data inizio
1 ottobre 2005
Durata (mesi) 
12
Dipartimenti
Management
Responsabili (o referenti locali)
Simeoni Francesca

La complessità che caratterizza l’agire dell’impresa nell’odierno contesto di relazioni interne ed esterne ha portato l’impresa alla necessità di “investire” spesso in attività non ben definite, e soprattutto non facilmente valutabili, connesse alla trasformazione dell’economia nella direzione della dematerializzazione delle attività produttive. L’azienda, per poter operare, ha bisogno di un management che sappia scegliere le strade da percorrere in ogni momento della sua vita. Per fare questo il management spesso ricorre a sofisticati metodi analitici, altre volte invece la scelta viene effettuata in maniera non spiegabile razionalmente. I modelli finanziari, economici e tecnici che la tecnica industriale, la ricerca operativa o la tecnologia dei sistemi esperti hanno messo a punto, sono sicuramente un’ottima base di partenza per tutti i processi decisionali aziendali, ma non sono sufficienti per valutare tutte le questioni che un’azienda deve risolvere. Il processo decisionale aziendale si arricchisce sempre più di valutazioni intuitive del management. Com’è possibile integrare queste valutazioni con gli aspetti meno razionali della decisione? Come il management può trarre beneficio dall’applicazione dell’intuito al processo decisionale? Qual è il ruolo della fiducia in questo processo? Come si può attribuire fondatezza alle scelte compiute in tal modo? E’ possibile una rappresentazione analitica del ruolo di tali variabili? A queste domande principalmente la ricerca vorrebbe dare una risposta, con l’obiettivo di arrivare a definire un modello logico che permetta l’integrazione delle componenti razionali con le componenti non razionali della valutazione economica di un progetto aziendale, in modo tale da poter contribuire al miglioramento del processo di selezione delle alternative, in un approccio problem solving. L’analisi verrà svolta anche attraverso un’indagine sul campo con l’obiettivo di scoprire quale sia la diffusione e la tipologia d’uso delle tecniche non razionali di scelta. Saranno quindi organizzate delle interviste rivolte ad un campione di aziende, con l’obiettivo di raccogliere opinioni e valutazioni su esperienze vissute, ma anche sulle problematiche emergenti alle quali la ricerca vorrebbe tentare di dare una risposta. La ricerca potrebbe così approfondire i seguenti punti: I modelli di valutazione della convenienza ad investire secondo il pensiero classico - Gli investimenti aziendali: cenni per una delimitazione della materia - Il processo decisionale per l’analisi di un progetto di investimento - I tradizionali modelli finanziari a supporto delle valutazioni di convenienza ad investire - La valutazione delle opportunità di sviluppo: l’utilità dell’inserimento delle opzioni reali Le nuove variabili che influiscono sui processi decisionali - Il contesto competitivo quale condizione determinante la scelta del modello valutativo - Il dinamismo del mercato e la rivalutazione delle risorse intangibili - La nuova economia tra semplicità e complessità - Dalla razionalità all’intuito nei processi decisionali: attenzione alle trappole cognitive! Verso un modello integrato di valutazione degli investimenti: l’arricchimento dei decision maker - I modelli finanziari tra limiti ed inadeguatezza - Non un problema di metodo, ma un problema nell’impiego: l’inserimento di variabili non quantitative - L’esplicitazione del processo decisionale: l’utilità di rendere manifesti i processi intuitivi - Qualche spunto per uno sviluppo integrato dei modelli quantitativi con le opportune valutazioni qualitative

Enti finanziatori:

Finanziamento: assegnato e gestito dal Dipartimento

Partecipanti al progetto

Vania Vigolo
Professore associato
Aree di ricerca coinvolte dal progetto
Governance aziendale e strategia
Corporate governance and strategy

Attività

Strutture

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